Aprendo il nuovo anno, al fine di redigere una dettagliata statistica aggiornata a gennaio 2023 da inviare alla Segreteria di Stato Vaticana, attraverso la pubblicazione dell’Annuario diocesano, si è potuta acquisire da fonti certe, da parte del Cancelliere della Curia Vescovile can. dott. Davide Mussone, una maggiore consapevolezza sulla situazione delle persone e del territorio della Diocesi di Casale Monferrato.

Tale Chiesa particolare interessa una superficie di territorio di 970 km², che si estende nelle Province di Alessandria, Asti e Torino. La Diocesi di Casale Monferrato è parte della Regione Ecclesiastica Piemonte-Val D’Aosta, suffraganea della sede metropolitana di Vercelli, confina con le Diocesi di Torino, Vercelli, Pavia, Alessandria ed Asti, con una popolazione totale residente di circa 94.083 abitanti che denota uno spopolamento ed un pesante e rigido inverno demografico (nel 1973, 50 anni fa la Diocesi contava 122.000 abitanti; nel 1983, 40 anni fa, la Diocesi contava 114.000 abitanti e nel 2003, 20 anni fa, contava 104.000 abitanti).

Undici unità pastorali

Il territorio diocesano è ripartito in 11 Unità pastorali, ognuna con diversa popolazione secondo un definito piano territoriale pastorale viciniore: UP Sant’Evasio (28.805 abitanti), UP San Giovanni Paolo II (7.088), UP Madonna dell’Argine-San Giovanni Bosco (9.841), UP SS.mo Salvatore (7.317), UP Santa Lucia (5.635), UP Beato Pier Giorgio Frassati (6.280), UP Sant’Agata-San Gottardo (7.174), UP Madonna di Crea (5.476), UP Santa Gianna Beretta Molla (4.990), UP San Candido (5.086), UP Santa Fede (6.391). L’Unità pastorale più popolata, esclusa evidentemente quella della città di Casale, è la “Madonna dell’Argine-S. Giovanni Bosco”. La parrocchia più popolata di tutta la Diocesi è il Sacro Cuore di Gesù (Valentino) e la seconda è quella di San Salvatore Monferrato; le due parrocchie più piccole risultano essere le collinari di Montaldo e di Villamiroglio; il Comune più piccolo è quello di Olivola.

La maggior parte della popolazione dell’intera Diocesi si trova non nella città di Casale Monferrato ma nei paesi e per di più di collina; circa 48.000 persone, più della metà degli abitanti della Diocesi, sono domiciliati nei paesi in collina.

Le età dei sacerdoti

Vi sono 50 Sacerdoti secolari “incardinati” nella Diocesi di Casale (6 provenienti dall’estero), di cui 47 sono presenti in Diocesi e 3 al servizio di altre Diocesi con mansioni in Italia o all’estero come i due missionari don Cavalli e don Varoli. Dei 47 di riferimento, 4 sono oltre i 90 anni, 5 fra gli 80-90, 9 fra i 70-80, 5 fra i 60-70, 14 fra i 50-60, 6 fra i 40-50, 4 al di sotto dei 40 anni, nessuno sotto i 30.

Le parrocchie presenti nel territorio della Diocesi sono 115: 113 rette dal clero diocesano e 2 dai Salesiani (S. Cuore, Lu). Di queste 115, 86 sono rette da un parroco, anche se spesso non residente in quanto parroco di più parrocchie, 29 invece sono rette da un amministratore parrocchiale (figura simile al parroco con stessi diritti e doveri, anche se con meno stabilità temporale).

Purtroppo, solo 36 parrocchie hanno il sacerdote ivi domiciliato, mentre le restanti sono gestite rispettivamente da Sacerdoti non residenti (parroci ed amministratori parrocchiali) ed alcune con la collaborazione di diaconi permanenti e assistenti pastorali.

Quindici parroci sono di altri Stati

Ben 41 parrocchie sono rette, nella mansione di parroco o di amministratore parrocchiale, da 15 sacerdoti provenienti da altri Stati, talvolta di missione. 6 presbiteri, di origine straniera, sono incardinati in Diocesi a Casale e 9 incardinati nelle loro Diocesi ma operanti attivamente in Italia tramite regolare Convenzione CEI per il Servizio pastorale in Italia.

Sono 2 i sacerdoti che svolgono l’incarico di vice parroco nelle 2 Parrocchie: Duomo, S. Cuore di Gesù.

È presente sul territorio una realtà di clero regolare, che resta un buon riferimento, individuata in 9 religiosi: un Giuseppino d’Asti (addetto al Santuario di Crea), 5 sacerdoti Salesiani a Casale-Valentino (più un fratello coadiutore), 1 salesiano a Lu.

I diaconi e le religiose

Oltre ai 10 diaconi permanenti, vi sono 2 congregazioni di religiose: 4 suore del Cottolengo a Brusasco, 1 delle Piccole Figlie del Sacro Cuore a Villanova. Resta più numerosa la presenza delle 11 suore dell’Istituto diocesano Nostra Signora di Lourdes-Mazzone (9 a Casale e 2 a Vignale), delle 5 monache carmelitane del Monastero Mater Unitatis di Albarengo di Montiglio, oltre alle 7 Silenziose Operaie della Croce che gestiscono la Casa del Clero Nostra Signora di Crea-Serniola. In totale vi sono 23 consacrate di vita attiva e 5 di vita contemplativa.

Sono inseriti nell’attività pastorale 18 assistenti pastorali, di cui sei uomini, che svolgono la mansione secondo il mandato del Vescovo, ma anche in aiuto al singolo parroco per una o più Parrocchia o anche per un determinato settore della Pastorale.

E’ fuori dubbio che emergono dati di invecchiamento preoccupante dell’età media del clero, gli ultimi anni registrano nessuna ordinazione sacerdotale. Fortunatamente, abbiamo tre seminaristi che sono giunti a Casale dal Togo e stanno compiendo il loro percorso formativo per il servizio alla Chiesa di Casale: Joseph, Marc e Crépin.

L’anno passato registra il decesso del sacerdote Paolo Busto, oltre al card. Severino Poletto, proveniente dal clero casalese.

Nel 1973, 50 anni fa, vi erano 192 sacerdoti incardinati + 65 religiosi + 395 suore; nel 1993 (30 anni fa), vi erano 145 sacerdoti incardinati + 40 religiosi + 205 suore; nel 2002 (20 anni fa) vi erano 112 sacerdoti incardinati + 30 religiosi + 172 suore.

Nel territorio diocesano, si cerca, con seria difficoltà di orari e spostamenti e soprattutto di carenza di personale, di garantire le celebrazioni fondamentali con una certa continuità nelle singole parrocchie, approfittando degli orari del sabato pomeriggio e dell’intera domenica.

Manutenzione delle chiese

Nei paesi più modesti sono scomparsi molti edifici scolastici, postali ed altri ancora, mentre le chiese parrocchiali continuano ad operare – anche se non tutti i giorni, che tra l’altro in alcuni paesi sarebbe persino dispendioso ed inopportuno – e a mantenere il legame con la popolazione e l’incontro-dialogo fra le persone. Alcune chiese sono in ottime condizioni strutturali per il tenace interessamento dei pastori e loro fedeli, legati alla loro amata parrocchia, o ai Santuari come la Madonna di Crea, la Madonna del Pozzo e altri ancora; altre chiese invece necessitano di interventi manutentivi piuttosto urgenti e di certo non si risolverebbe il problema chiudendole. Da non dimenticare che ogni singola chiesa oltre ad essere il luogo di culto di quella particolare comunità è espressione di storia, arte, tradizione, cultura, che vanno assolutamente studiate, preservate e tutelate con tutte le strategie ed energie che risultino, per quanto possibile, essere strade percorribili, nell’interesse e nel bene di tutta la comunità.

Realtà cambiata rapidamente

Il Cancelliere Vescovile can. dott. Davide Mussone, redattore dell’Annuario della Curia Vescovile, constata culturalmente questo: «Nei decenni passati vi era un territorio costituito da ogni singola parrocchia con il suo unico parroco titolare ed ivi residente e magari anche col vice parroco dedito all’oratorio; ora questa realtà è cambiata rapidamente, anche se vi è sempre in ogni parrocchia un responsabile, pur non risiedendo sul posto ma garantendo comunque tramite se stesso o altri collaboratori il servizio e la cura pastorale. Diverse delle nostre parrocchie sono state affidate non più ad un parroco stabile e “italiano” ma ad un parroco o amministratore parrocchiale proveniente dall’estero. Mi riferisco soprattutto alle parrocchie rette dai sacerdoti provenienti da altri Stati (ben 41!), che sono una vera benedizione per la nostra terra, che giustamente a volte hanno bisogno anche del nostro consiglio e della nostra vicinanza. Si tratta di 15 sacerdoti! Sono fattispecie certamente molto diverse rispetto alla mentalità degli scorsi decenni. E’ fuori dubbio che servono fidati collaboratori laici. Unire le forze è sempre un bene per tutti. In alcune parrocchie abbiamo diversi collaboratori laici, preparati e molto disponibili come pure nelle Unità pastorali, che possono certamente ricoprire servizi ecclesiali ad eccezione di quelli prettamente sacerdotali. Ora, dobbiamo cambiare mentalità, non si può più pretendere di trovare sempre il sacerdote “fisso e stabile” in parrocchia poiché quasi tutti i nostri presbiteri (e molti anche anziani!) oltre a tutte le altre incombenze debbono seguire almeno tre-quattro parrocchie per ognuno, estese, lontane, diverse, con problematiche spinose da affrontare e con altresì il grande onere della gestione e salvaguardia delle imponenti chiese parrocchiali e delle tante cappelle sparse, nonché delle case parrocchiali e pertinenze, oltre che degli oratori. La situazione è drammatica, seria e preoccupante perché i numeri parlano chiaro, si nota una pesante scarsità di clero e soprattutto un pesante calo demografico. In 30 anni la Diocesi ha perso più di 100 sacerdoti, senza contare il drastico calo dei religiosi e delle suore ed ha perso circa 13000 abitanti. Non è possibile in via definitiva fornire dati certissimi, ma potremmo dire che vi è un prete “ancora attivo in discreta forza ed età, italiano e non” ogni circa 2.300 fedeli sparsi nel territorio. E’ inutile nascondere la verità, i numeri parlano chiaro!».