Resta ancora al centro del nuovo anno pastorale in Diocesi  Il Mandato affidato dal vescovo mons. Gianni Sacchi ai fedeli e alle comunità parrocchiali in occasione della festa di Sant’Evasio del 2022. L’attenzione su questo documento è stata al centro dell’Assemblea diocesana che si è riunita la sera di mercoledì 2 ottobre (festa degli Angeli custodi)  in Cattedrale, presieduta dal vicario generale mons. Désiré Azogou. “È un Mandato – ha detto – che chiede ancora oggi, direi che supplica, di essere attuato, di tornare ed essere posto come quel bambino del Vangelo nel mezzo cioè al centro del nostro essenziale. delle nostre priorità, alle nostre urgenze!”.

In stile sinodale, l’Assemblea è stata aperta con la preghiera e la lettura del Vangelo del giorno (Matteo 18, 1-5.10). Con diversi sacerdoti, c’erano i rappresentanti di tutte le Unità pastorali.

Il Mandato

Ecco il testo del documento del Vescovo.

 

“Dove due o tre sono riuniti nel mio nome ooo sono Ion mezzo a loro” (Mt 18,20)

Care Sorelle e Fratelli,

dopo aver colto i frutti dedicati in questa prima fase d’ascolto del nostro cammino sinodale, ci siamo incamminati e ci siamo concentrati sul tema della diaconia e della formazione spirituale.

Nei tre incontri di settembre abbiamo raccolto le sollecitazioni che evidenziano la lettura della nostra Comunità Diocesana e le priorità per sua la vita futura.

Affido quindi a ciascuno di voi e a ogni comunità di: 

1 – Proseguire nel vivere in ogni incontro e ogni occasione presente nel territorio la dinamica sinodale, avendo fiducia in questa forma e metodo relazionale, guidati dalla nostra capacità di ascoltare lo Spirito.

2 – Camminare insieme come Chiesa in una continua conformazione a Cristo, intesa come conversione personale, comunitaria e strutturale.

3 – Assumere concretamente lo stile e il sentire di Gesù attraverso i nostri atti quotidiani, personali e comunitari.

L’Assemblea diocesana di settembre 2022 ha evidenziato:

1. Proseguire sullo stile sinodale

• Fare sempre esperienza sinodale avendo fiducia nella forma e nel metodo (in casa con le famiglie, e non nel salone parrocchiale). L’esperienza relazionale nasce dal confronto dialogante, non giudicante, che crea il clima di una vera Chiesa guidata dallo Spirito.

• Il nostro cammino di Popolo, laici e presbiteri, si fonda sulla Parola di Dio, a partire dal Vangelo in famiglia (che abbiamo l’opportunità di coltivare con le dinamiche di “Già germoglia”).

  • Ci siamo infatti resi conto che vivere relazioni sinodali già ci forma.

2. Conformarsi a Cristo

• È stata bella la scoperta di non essere da soli, ma con persone che condividono i nostri stessi sentimenti, situazioni e problemi alla luce della Parola di Dio.

• Differenti dinamiche esistenziali, vivere in città o in piccoli paesi, il desiderio di camminare oggi in una Chiesa viva ci richiedono di fare discernimento per arricchire la nostra formazione di contenuti e di capacità di essere “sale della terra e luce del mondo” (Mt 5, 13-14).

  • È necessario quindi, per laici e presbiteri insieme, fare esperienza di formazione intesa come conversione personale e pastorale.

3. Assumere lo stile di Cristo nei nostri atti quotidiani

• Siamo chiamati quindi ad atti concreti che siano manifestazione diretta delle Beatitudini (Mt 5, 1-12).

• Lasciamo che le nostre liturgie vengano trasformate da un vero coinvolgimento immerso nella gioia, cosi che l’immagine “pastore/pecore” sia compiuta nell’amore vicendevole tra presbiteri e comunità. Invito a dare un’attenzione particolare alla Lettera Apostolica “Desiderio Desideravi” di Papa Francesco (29 giugno 2022), lettera che il Santo Padre vorrebbe “ci aiutasse a ravvivare lo stupore per la bellezza della verità del celebrare cristiano, a ricordare la necessità di una formazione liturgica autentica e a riconoscere l’importanza di un’arte della celebrazione che sia a servizio della verità del mistero pasquale e della partecipazione di tutti i battezzati, ciascuno con la specificità della sua vocazione” (n.62).

L’amore di Cristo generi forme di omelia partecipata (preparata in settimana tra pastore e gruppo di fedeli tramite una lecito), celebrazioni esequiali contraddistinte da accoglienza e partecipazione, (a cominciare da un diverso modo di celebrare la veglia funebre), presbiteri che vivono il servizio della presidenza con sempre più consapevolezza e col il gusto di avere “l’odore delle pecore” (vedi DD 48-60).

• Mettiamo in atto una solidarietà per i più bisognosi e i più fragili che sia diffusa, personale, di cura e di amicizia.

• Non lasciamo cadere la tensione esistente per quello che si è creato con le dinamiche vissute in questi mesi.

Infatti, il tempo presente va visto come una sfida e un tempo favorevole per crescere.

La partenza di quest’anno deve essere come un paradigma per il cammino nuovo, uno sguardo nuovo sul presente e sulla storia che ci sta davanti.

Questo è ciò che lo Spirito suggerisce alla Diocesi per ravvivare il nostro cammino formativo. Auspico che chi ha vissuto personalmente il percorso sinodale si faccia carico di mediare le proposte di questo mandato nel proprio territorio, sullo stile dell’evangelico “Venite e vedete” (Gv 1, 39). Sarà da qui che dovremo partire per vivere anche un’autentica esperienza d’ascolto dei mondi, che ci circondano e ci compenetrano, e per aver il coraggio di mettere mano alle nostre strutture ecclesiali nella speranza di renderle sempre più aderenti e a servizio dell’annuncio evangelico. La Beata Vergine Maria, Madre dell’abbandono, che dal Santuario di Crea ci protegge e ci sostiene, e Sant’ Evasio, nostro augusto patrono, ci indichino la strada e ci accompagnino come Chiesa in cammino.

Casale Monferrato, 12 novembre 2022

Gianni Sacchi Vescovo