Cari diocesani,

nello scorrere inesorabile dei giorni troviamo ormai in prossimità della Quaresima, il tempo prezioso per ritrovare noi stessi e le ragioni profonde della nostra fede. Ma come sempre, corriamo il rischio di vivere questo tempo in modo ipocrita e superficiale.

Il profeta Gioele nella liturgia della parola del Mercoledì delle Ceneri dice a nome di Dio: “Laceratevi il cuore e non le vesti” (Gl 2,13)

Dobbiamo essere capaci di dire no a tanta ipocrisia per ridare alla Quaresima la sua verità, vincendo il rischio di esprimere bugie proprio nelle celebrazioni che facciamo.

Può capitare che per quaranta giorni noi esprimiamo in bugia nel celebrare, vivendo una specie di doppio binario: in chiesa parliamo di deserto, di digiuno, conversione, perdono, opere di carità e fuori chiesa, nella vita quotidiana, tutto segue un altro binario, un’altra mentalità, un’altra logica.

Occorre superare la tentazione di poter fare a meno della Quaresima -” tanto non cambia niente” – altrimenti la Quaresima resta inosservata.

 

Quaresime e Carnevali

La Quaresima non serve a un cristianesimo del buon senso, a un cristianesimo mediocre.

Un giorno un principe chiese al papa Benedetto XV: “Perché la Chiesa ha stabilito una quaresima solo di quaranta giorni? Non sarebbe stato meglio stabilirne quattro di dieci giorni ciascuna da celebrare una per stagione?” Il papa rispose: “In questo caso i fedeli avrebbero fatto quattro carnevali e neanche una Quaresima!”.

Cari fratelli e sorelle, viviamo allora con grande intensità questi quaranta giorni di preparazione alla grande festa della Pasqua.

«Aprici la porta, e fa che possiamo uscire con te, perché vediamo che la morte non si è accostata a te». Sono le parole che l’autore delle Odi di Salomone, un libro apocrifo del Il sec. mette sulle labbra ai giusti dell’Antico Testamento, che sentono arrivare agli «inferi» il Cristo risorto.

È dovere di farle nostre già all’inizio della Quaresima che si concluderà con la passione e morte di Gesù e l’annuncio gioioso della Pasqua di resurrezione.

 

Tempo di conversione

Questo è il tempo della conversione. Dobbiamo uscire: «Quando ti sarai liberato dal male scrive

Sant’Agostino – avrai compiuto il tuo Esodo». Staccarci dal peccato, liberarci dalle cattive abitudini, maturare il gusto della virtù, fare ogni cosa per amore, vivere di fede, aprirsi alle necessità degli altri, metterci a disposizione della comunità alla quale apparteniamo, costituiscono i vari aspetti del «passaggio» pasquale.

Il mistero della Pasqua è il mistero dell’azione di Dio nella nostra vita. Gesù ci ha spiegato, prima con il suo esempio, poi con le sue parole, che cosa significa camminare con il Padre, alla presenza del Padre, nella volontà del Padre» (Gv 5,19); «lo faccio sempre le cose che gli sono gradite». Santità, vita cristiana e cammino di ascolto del vangelo, richiedono impegno. Non possiamo rinunciare alla nostra parte. La storia dei santi è un lungo elenco anche di impegno, di difficoltà e di riprese.

 

Dio ci apre le porte dell’amore

Ma l’azione di Dio rimane sovrana e prioritaria. È lui che apre, che ci fa uscire. Anche senza cattiveria, finiamo spesso al di là di porte che non riusciremmo mai a dischiudere se la pietà di Dio non ci venisse incontro. E, certamente, non saremmo mai capaci di decisioni determinanti nei confronti della proposta che ci fa il Vangelo: «Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua», se Gesù stesso non ci sostenesse. È lui che ha sconfitto la morte e con essa il male. Noi siamo purificati dal suo sangue e resi vittoriosi dal suo trionfo in croce.

«Tu ci hai amati per primo o Dio – scrive il filosofo Soren Kierkegaard – noi parliamo di Te come se ci avessi amato per primo una sola volta. Invece di giorno in giorno, continuamente, per la vita intera, Tu ci ami per primo. Se mi alzo all’alba e subito elevo a Te la mia preghiera, Tu mi precedi, Tu già mi hai amato per primo».

Con questa certezza nel cuore accogliamo come un dono la Quaresima, con l’impegno di una preghiera più intensa, uno spazio per la riflessione personale più dilatato e un’attenzione alle povertà che interpellano la nostra coscienza di cristiani.

 

Fraternità missionaria

Quest’anno l’ufficio missionario della nostra diocesi, propone a tutte le comunità parrocchiali la Quaresima di fraternità per sostenere un progetto del nostro missionario Don Graziano Cavalli in Argentina. Il progetto che porta avanti don Graziano è quello di un Centro di aiuto alla vita, denominato “PROGRAMA BELEN” (Betlemme in spagnolo), in un contesto di grande disagio e povertà, per combattere il dramma dell’aborto e garantire assistenza alle mamme nei primi 18 mesi di vita dei bambini.

Tra gli aiuti previsti, anche corsi di formazione per aiutare queste mamme (spesso molto giovani, quasi sempre abbandonate dai loro compagni) ad uscire dalla situazione di indigenza ed emarginazione insegnando loro alcuni mestieri e lavori.

È un bel gesto di solidarietà che la nostra diocesi mette in atto come segno di amore per tanti fratelli e sorelle che hanno bisogno. Sosteniamo questo progetto con la Quaresima di fraternità e soprattutto con la generosità.

Il Signore ci aiuti, ci sostenga, ci protegga! Buon cammino!

 

+ Gianni Vescovo

 

Come negli anni scorsi, in tutte le domeniche di Quaresima alle 18 il Vescovo presiederà l’eucaristia in Cattedrale e guiderà il cammino di preghiera e di riflessione nelle chiese della città di Casale i mercoledì di Quaresima a cominciare dal mercoledì delle Ceneri.