Quali sono gli elementi per la celebrazione della Messa, perché la Liturgia sia davvero coinvolgente, accogliente, bella? Le indicazioni sono venute nell’incontro che il vescovo mons. Gianni Sacchi ha avuto nella chiesa di Oltreponte nel contesto della visita pastorale all’Up Sant’Evasio. Il Vescovo ha incontrato organisti, musicisti, coristi, lettori, accoliti, preparatori delle preghiere dei fedeli, chi si occupa della cura dei fiori, della pulizia della chiesa, delle tovaglie dell’altare e così via. L’incontro è stato introdotto dal moderatore dell’Unità pastorale (che comprende le 12 parrocchie della città), il vicario generale mons. Désiré Azogou, mentre Rossella Ponti ed Elena Sassone hanno illustrato l’attività del gruppo Liturgia, nato oltre due anni fa a livello di Up e che oggi conta 21 persone, di tutte le parrocchie. Si occupa sia di formazione sia della preparazione dei principali eventi liturgici (dalla via Crucis cittadina al pellegrinaggio di Casale a Crea). Punti di riferimento, da conoscere, riscoprire, applicare sono la lettera apostolica di papa Francesco “Desiderio desideravi” sulla formazione liturgica del popolo di Dio e la scheda 4 (“qualità celebrativa, partecipazione e formazione liturgica”) dello “Strumento di lavoro per la fase profetica” del Sinodo approvato dalla Conferenza episcopale.
Il Vescovo ha offerto una serie di indicazioni, alla luce dei documenti liturgici e della sua lunga esperienza di vice parroco e parroco.
Accoglienza. L’invito è a promuovere il ministero dell’accoglienza: cioè l’accogliere (il parroco o un suo collaboratore) ad una a una sulla porta della chiesa le persone che entrano per prendere parte alla celebrazione. Offrendo loro il foglio con i canti per partecipare meglio alla liturgia. La chiesa deve essere accogliente, curata, pulita, l’attenzione va posta pure sugli addobbi floreali e sulle candele e i candelabri. Chi entra deve sentirsi come a casa, e tornarvi con piacere.
Coro e canti. Il coro non è il protagonista dei canti, ma deve accompagnare l’assemblea nel canto. Bene le esecuzioni polifoniche, ma sempre con l’obiettivo di coinvolgere l’assemblea, poiché anche i canti diventano preghiera. I canti, poi, vanno contestualizzati nel tempo liturgico, ed è opportuno che quando è un po’ che non si eseguono venga provato almeno il ritornello, proprio per coinvolgere meglio l’assemblea. Nella scelta dei canti, inoltre, è importante non solo proporre nuove melodie, ma scegliere nella ricca tradizione della Chiesa.
I lettori. Chi legge la Parola di Dio deve essere preparato. Si legge perché gli altri comprendano. Ed è importate che i microfoni siano sempre ben funzionanti.
Omelia partecipata e Giorno della Parola. E’ positivo proporre in parrocchia il “Giorno della Parola”, nel quale ci si incontra, si leggono e si meditano le letture della domenica e poi si commentano. Anche da questi pensieri il parroco trova spunto per l’omelia, “restituendo” le riflessioni ai fedeli.
L’offertorio. Sarebbe bello che le offerte raccolte in chiesa venissero portate all’altare contestualmente al pane e al vino.
L’Eucarestia. Ai parroci viene chiesto di spiegare qual è l’atteggiamento corretto da seguire quando si fa la Comunione. I ministri straordinari dell’Eucarestia, poi, sono invitati a portare la Comunione nelle case di coloro che non possono essere presenti alla Messa.
Che cos’è la Messa. Il Vescovo ha invitato a promuovere la conoscenza del Messale, inoltre a spiegare ai fedeli (dedicando pochi minuti ogni volta nelle omelie) le varie parti della Messa, i gesti della liturgia, il loro significato. A questo proposito, mons. Sacchi ha invitato a rileggere la catechesi di papa Francesco sulla Messa: 15 “lezioni” in altrettante udienze generali del mercoledì fra novembre 2017 e aprile 2018.
“Già germoglia”. Il Vescovo ha rimarcato ancora una volta l’importanza dell’iniziativa “Già germoglia”, frutto degli incontri di catechesi con suor Katia: si tratta della lettura e del commento del Vangelo nelle case, in famiglia o a piccoli gruppi.
Nell’incontro a Oltreponte, il Vescovo ha ricordato che al termine di ogni visita pastorale chiede di dare vita a tre progetti come frutto della visita stessa. Non iniziative estemporanee, ma un impegno che dura nel tempo, negli ambiti della liturgia, dell’annuncio-catechesi, e della carità. Per la liturgia lo spunto potrà venire proprio da quanto è stato detto nella serata.