Carissimi Diocesani, Fratelli e Sorelle,
come messaggio di augurio e di riflessione per questa Pasqua 2024, che anche quest’anno ci accingiamo a celebrare, prendo spunto da due suggestioni. La prima: “Sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano”. Sono le parole con cui inizia la Liturgia del giorno di Pasqua. La liturgia vi vede la prima parola del Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della morte nel mondo dei viventi.
La mano del Padre lo ha sorretto anche in questa notte, e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere: Dio non ci lascia mai cadere dalle sue mani. E le sue mani sono mani buone. Nel giorno di Pasqua la Chiesa ci dice: Gesù Cristo ha compiuto per noi il viaggio perfino nell’oscurità impenetrabile della morte; Egli è entrato come luce: “La notte divenne luminosa come il giorno, e le tenebre divennero luce”. Perciò la Chiesa giustamente può considerare questa parola “Sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano” come parola del Risorto rivolta al Padre: “Sì, ho fatto il viaggio fin nelle profondità estreme della terra, nell’abisso della morte e ho portato la luce; e ora sono risorto e sono per sempre afferrato dalle tue mani”.
Ma questa parola del Risorto al Padre è diventata anche una parola che il Signore rivolge a noi: “Sono risorto e ora sono sempre con te”, dice a ciascuno di noi. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce.
La seconda suggestione la prendo dalla frase del Credo che noi professiamo: “Discese agli inferi”. E la associo all’icona della Chiesa orientale che accompagna questa riflessione: Gesù che scende nell’inferno per liberare coloro che sono prigionieri della morte. Nell’icona della discesa agli inferi si vede Gesù circondato dalla mandorla di luce immortale e divina con le vesti lucenti, il suo vestito è luce, perché Dio è luce. Sotto i suoi piedi ci sono le porte dell’inferno divelte e spezzate perché nessuno e tantomeno gli inferi e la morte possono opporsi a Colui che è la Vita. Ci sono i giusti dell’Antico Testamento: vi si può vedere il Re Davide, il Patriarca Abramo, il profeta Daniele, Giovanni Battista… Ma la cosa che più sconvolge è lui che prende per mano un uomo e una donna: Adamo ed Eva, come a dire: Gesù entra nel mondo dei morti perché nessuno vi rimanga più prigioniero e possa così con Gesù e grazie a Gesù risorgere. Mediante il suo morire Egli prende per mano Adamo ed Eva, cioè tutti gli uomini in attesa e li porta alla luce.
Tutto questo cosa può suggerirci? Che l’uomo anela alla luce, desidera la luce, può anche desiderare ardentemente di elevarsi fino a Dio, ma… la sua forza non basta. L’uomo non ha ali che possano portarlo fino a tale altezza. L’uomo pur desiderandolo, non riesce a giungere in alto. Anzi, rischia di disperare, mentre si trova nel buio, che Dio possa prendersi cura ancora di lui. La novità della Pasqua è questa: il Cristo risorto ci porta su, fino all’unione con Dio, fin dove le nostre forze non possono arrivare. Egli prende davvero la pecora smarrita sulle sue spalle e la porta a casa. Aggrappati al suo Corpo noi viviamo, e in comunione con il suo Corpo giungiamo fino al cuore di Dio. E solo così è vinta la morte, siamo liberi e la nostra vita è speranza.
Mediante la risurrezione di Gesù l’amore si è rivelato più forte della morte, più forte del male. L’amore è la forza per mezzo della quale ci porta con sé. Uniti col suo amore, portati sulle ali dell’amore, come persone che amano scendiamo insieme con Lui nelle tenebre del mondo, sapendo che proprio così saliamo anche con Lui.
Vorrei fare con voi e per voi questa preghiera di papa Benedetto XVI: “Signore, dimostra anche oggi che l’amore è più forte dell’odio. Che è più forte della morte. Discendi anche nelle notti e negli inferi di questo nostro tempo moderno e prendi per mano coloro che aspettano. Portali alla luce! Sii anche nelle mie notti oscure con me e conducimi fuori! Aiutami, aiutaci a scendere con te nel buio di coloro che sono in attesa, che gridano dal profondo verso di te! Aiutaci a portarvi la tua luce!”
A tutti voi, specialmente a coloro che stanno sperimentando il dramma dell’oscurità, per una malattia, per la solitudine, per un tradimento, per qualsiasi motivo che li rende tristi, auguro di incontrare questa luce cosicché anche i nostri inferni quotidiani diventino il luogo e il tempo dell’incontro con la luce di Gesù Risorto.
Dal profondo del cuore Buona e santa Pasqua a tutti.
+ Gianni Vescovo