Si è concluso domenica 3 agosto il campo diocesano dell’Azione cattolica per adulti, bimbi della primaria e ragazzi della secondaria di primo grado, a Forno Alpi Graie, nelle Valli di Lanzo (Torino).
Complessivamente, sono state coinvolte 130 animatori: bambini, famigliari, ragazzi, animatori, volontari, coordinati dal presidente diocesano Andrea Facciolo, da don Sandro Luparia, vice assistente unitario, don Francesco Mombello, assistente dell’Acr, il responsabile dell’Acr, Samuele Basta.
Per i più piccoli, il filo conduttore di giochi e riflessioni è stato il film “Inside Out”, mentre per ispirare i ragazzi delle medie è stato scelto il film “Coach Carter”. Un’esperienza positiva, che ha saputo coniugare divertimento e formazione umana e cristiana.
Venerdì 1 agosto, ha fatto visita ai ragazzi del campo il vescovo mons. Gianni Sacchi. Questa l’omelia che ha pronunciato durante la Messa. Il Vescovo ha anche chiesto tre impegni a ogni ragazzo: “1. Aiuta un compagno in difficoltà. Se vedi qualcuno triste, solo o arrabbiato, stai con lui. Non lasciare nessuno fuori dalla squadra. 2. Chiedi perdono se sbagli. Non avere paura di dire: ‘Mi dispiace’. Chi riconosce i propri limiti è già più forte. 3. Trova ogni giorno un momento per dire: ‘Gesù, fidati di me. lo mi fido di Te’. Anche solo in silenzio, nel cuore”. E ha sottolineato l’importanza della preghiera e della Messa, soprattutto per un giovane dell’Ac.
Questa l’omelia del Vescovo
Carissimi ragazzi e ragazze, sacerdoti, presidente, animatori, che bello essere qui con voi, nel cuore dell’estate, in mezzo a queste montagne che ci parlano della bellezza di Dio!
Siamo radunati come famiglia dell’Azione Cattolica per vivere insieme questa Eucaristia, e oggi celebriamo una festa importante: Sant’Eusebio di Vercelli, nostro fratello nella fede, pastore
coraggioso, uomo di preghiera, difensore della verità.
E abbiamo ascoltato un Vangelo che ci parla di onde, di paura, ma anche di fede e di squadra.
È tutto legato, e ora vi spiego come.
Gesù ha appena moltiplicato i pani e sfamato la folla. Ma subito “costringe” i discepoli a salire sulla barca. Perché? Perché vuole che imparino qualcosa. Ed ecco, mentre Gesù prega da solo sul monte, loro si trovano nel buio, nel vento contrario, nelle onde alte. Quella barca siete voi, ragazzi.
È la vostra squadra, come quella del film “Coach Carter” che state seguendo in questi giorni.
Quando si rema insieme, si va avanti.
Ma quando arriva la fatica, quando si perde una partita, quando sembra che ognuno pensi per sé… il rischio è affondare.
Pietro è impulsivo, un po’ come tanti di Vede Gesù e gli dice: “Se sei tu, fammi venire!”.
E Gesù lo invita. Pietro cammina sull’acqua! Ma poi guarda le onde… e affonda.
Quante volte capita anche a noi! Quando ci fidiamo solo delle nostre forze, quando ci facciamo prendere dalla paura o dall’orgoglio, sprofondiamo. Ma Gesù è lì. Sempre. E lo afferra.
Anche quando sbagliamo, Lui non si tira mai indietro.
Questa è la cosa più bella del Vangelo di oggi: non è importante se sei perfetto, ma se hai il coraggio di ricominciare, tenendo la mano di Gesù.
Sant’Eusebio era un vescovo vissuto più di 1600 anni fa. Ma anche lui ha dovuto affrontare onde e tempeste. Difendeva la verità su Gesù, anche quando tutti gli dicevano di stare zitto.
È stato esiliato, messo da parte. Ma non ha mai smesso di pregare, credere, restare unito alla sua squadra: la Chiesa.
Era un vero “coach” della fede: guidava il suo popolo, allenava alla santità, teneva unita la squadra. Anche voi potete essere così!
Nel film “Coach Carter”, i ragazzi imparano che non si gioca da soli, che le sconfitte insegnano, e che solo chi si sacrifica per gli altri diventa davvero forte. Questo vale anche nella vita. Se uno solo della squadra resta indietro, non si vince davvero.
Gesù fa lo stesso: non si limita a salvare Pietro, sale sulla barca e calma la tempesta per tutti. Nessuno si salva da solo.
Allora, vi lascio tre impegni semplici ma forti, da vivere nei prossimi giorni: 1. Aiuta un compagno in difficoltà. Se vedi qualcuno triste, solo o arrabbiato, stai con lui. Non lasciare nessuno fuori dalla squadra. 2. Chiedi perdono se sbagli. Non avere paura di dire: “Mi dispiace”. Chi riconosce i propri limiti è già più forte. 3. Trova ogni giorno un momento per dire: “Gesù, fidati di me. lo mi fido di Te”. Anche solo in silenzio, nel cuore.
La preghiera, la Messa, per un ragazzo e un giovane di Ac, non dovrebbe mai mancare.
Carissimi, come Eusebio, come Pietro, come Coach Carter e la sua squadra, anche voi siete chiamati a crescere, a non mollare, a camminare sulle acque, insieme. E ricordate: nella barca della Chiesa, Gesù è sempre con noi. Anche quando le onde si alzano.
Allora, forza! Buon cammino, buona squadra, e buona santità… in campo e nella vita!