La comunità di San Germano ha festeggiato i 235 anni della chiesa parrocchiale. Una celebrazione solenne, alla quale ha preso parte anche il vescovo mons. Gianni Sacchi, che ha presieduto l’Eucarestia.
Nel saluto al Vescovo della parrocchiana Enrica Patrucco è delineata la storia della chiesa di San Germano. Ecco il testo.
Eccellenza reverendissima, a nome dei parrocchiani di San Germano le porgo il più cordiale benvenuto e un sincero ringraziamento per aver voluto condividere con noi questo gioioso momento di festa per i 235 anni della nostra bella chiesa.
Un grande grazie va anche al nostro parroco Don Martin che fin dal suo arrivo in mezzo a noi il 18 ottobre 2020 ha intrapreso numerosi lavori di restauro, risvegliando anche in noi il desiderio di bellezza e un’affezione alla nostra maestosa chiesa, che i nostri antenati hanno edificato anche per noi con la fatica e le elemosine così scriveva l’allora arciprete don Luigi Novarese.
Il 21 giugno 1789 vennero posate le prime tre pietre della nostra chiesa. Grande fu la gioia dei parrocchiani quando il 6 ottobre 1793 vennero benedetti la chiesa e il sottoposto cimitero. Con una processione vennero trasportate dall’antica chiesa le sacre reliquie, le statue di San Germano e quella della Beata Vergine del Rosario e il Santissimo Sacramento.
Il primo settembre 1822 il Vescovo mons. Alciati provvedeva alla consacrazione della chiesa.
I parroci che venero dopo l’arciprete Luigi Novarese provvidero ad installare l’organo, a sistemare il piazzale edificando l’attuale muro che lo sostiene e ad abbellire la facciata della chiesa con un dipinto del pittore Ivaldi di Asti.
Nel 1891 si costruì il cupolino della chiesa e a lato dell’altare maggiore le spaziose cappelle dell’Immacolata e di San Giuseppe, ed anche una nuova sacrestia.
Importanti lavori furono poi fatti eseguire dall’arciprete don De Martini per preparare le feste del primo centenario, celebrate il 29 ottobre 1893.
La parrocchia era per i sangermanesi un importante punto di riferimento: nella gioia e nel dolore si ricorreva al parroco per la benedizione.
Il primo novembre 1906 venne aperto l’asilo infantile affidato alle suore ed ebbe inizio l’oratorio.
Nel 1913 la chiesa fu arricchita di 5 campane in Si bemolle e di un funzionale apparecchio di illuminazione elettrica.
Successore di don De Martini fu nominato don Paolo Gatti, accolto con grande gioia dai sangermanesi, diede inizio ai lavori di restauro e ampliamento dei locali dell’asilo, fece costruire nuove cappelle al cimitero, si occupò della pulitura e della decorazione delle cappelle del battistero e dell’Addolorata.
Arriviamo così al 1925 anno in cui l’archivio parrocchiale registrava: 1940 abitanti, 34 battesimi, 29 matrimoni, 29 defunti e ventunmila Comunioni.
Sotto la direzione del viceparroco don Bosso prese il via una Schola cantorum maschile.
La chiesa si arricchì di numerosi quadri e vennero sostituiti tutti i vetri con vetri cattedrali di colore verde e giallo.
Il 9 aprile 1933 l’organo venne riparato e accresciuto di un registro di violini.
Il 25 giugno 1943 le campane vennero requisite e ridotte a pezzi. Erano gli anni tristi dell’ultima guerra. Don Gatti non possedeva più nulla, ma la Provvidenza venne in aiuto e il 28 settembre 1946 mons. Angrisani consacrò le nuove quattro campane. Il 6 febbraio 1947 l’anima buona di don Paolo Gatti tornava alla Casa del Padre.
Venne nominato parroco don Pietro Caselli, che fece il suo ingresso in parrocchia il 29 settembre 1948.
Nel 1952 vennero ristrutturate la casa parrocchiale e la sacrestia, vennero ripassati il tetto della chiesa e della casa parrocchiale.
Il 19 maggio 1955 ebbe luogo l’inaugurazione del nuovo asilo grazie a un lascito della benefattrice Coppo Teresa Natalina.
In occasione del bicentenario della chiesa nel 1989 la facciata venne decorata con lo splendido mosaico a cura della famiglia Augusto Gabotto e di don Pietro Caselli e fu rifatto il portale d’ingresso della casa parrocchiale.
Il successore, don Francesco Belloli, provvedeva al restauro di tutto il tetto e a fornire la chiesa di un impianto antipiccioni.
Don Franco Zuccarelli, oltre allo scivolo di accesso alla chiesa, è intervenuto nel salone dell’oratorio.
Siamo così giunti ai giorni nostri, con una popolazione di 1360 abitanti, inferiore di circa 600 unità a quella del 1925, appena citata.
Don Martin con coraggio e determinazione ha portato a termine numerosi interventi di restauro della nostra bella chiesa: delle cappelle interne di San Giuseppe, grazie alla benefattrice Anna Barbesino, che ci ha lasciati da poco, dell’Immacolata, grazie ad Arturo Allara e alla moglie Simona e alla suocera Nelli; dell’impianto di riscaldamento grazie al contributo della Cei e per 42.000 euro finanziato dalla parrocchia, della sacrestia, delle aule per la catechesi, della casa parrocchiale.
Inoltre, con un armonioso progetto architettonico è stato rimesso a nuovo anche il Santuario della Madonna del Cappello, grazie ai benefattori Dott. Marco Lanfranco, Anna Barbesino e alla famiglia Castelletti in memoria di Primo.
Presto, con il contributo della Cei, inizieranno i lavori per il restauro dell’imponente organo, per cui è stata aperta una sottoscrizione pubblica, che sta avendo un discreto successo.
Successivamente prenderà il via la sistemazione completa dell’Oratorio, prezioso luogo educativo per i nostri ragazzi.
Ringraziamo don Martin e gli chiediamo di continuare a sollecitare la nostra generosità per i futuri progetti perché la nostra comunità sia sempre più fraterna e solidale.
Ringraziamo, sua eccellenza, il nostro amato Vescovo, per la fattiva collaborazione con cui ha appoggiato questi progetti, certi che appoggerà anche i futuri. La ringraziamo anche per la pazienza e l’attenzione con cui ha ascoltato gli avvenimenti più rilevanti di questi 235 anni di vita della nostra chiesa, su cui fondare un solido futuro di carità fraterna.