“Miei giovani fratelli e sorelle, voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e di amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo”: vogliamo partire dalle parole con cui papa Leone XIV ci ha esortato domenica 3 agosto sulla spianata di Tor Vergata per raccontare la nostra esperienza come giovani diocesani vissuta a Roma insieme a più di un milione di altri giovani provenienti da tutto il mondo per l’appuntamento del Giubileo. I messaggi carichi di fiducia e di incoraggiamento di Papa Leone hanno ripagato le “fatiche” della settimana condivisa ed in generale del diffuso senso di inadeguatezza che caratterizza la nostra generazione, così come è stato sottolineato da coloro che hanno dialogato con il Santo Padre durante la Veglia di sabato sera.

L’esperienza del pellegrinaggio giubilare per i giovani della Diocesi provenienti in particolare dalle parrocchie di Borgo San Martino, Calliano, Moncalvo, Occimiano, Pontestura, San Salvatore Monferrato, Santa Maria del Tempio, Spirito Santo e Villanova Monferrato, accompagnati da don Gabriele Paganini (responsabile dell’ufficio di Pastorale Giovanile e Vocazionale), don Simone Viancino, don Francesco Garis, don Marc Egbewozuame, don Crépin Amevo ed alcuni membri dell’équipe di PGV, è iniziata lunedì 28 luglio: a Roma, siamo stati accolti da don Alfredo Tedesco (responsabile della Pastorale Giovanile di Roma) e i volontari presso la parrocchia di Santa Marcella, dove abbiamo incontrato gli amici della Diocesi di Acqui, con i quali molti di noi avevano già condiviso l’esperienza della GMG a Lisbona nel 2023.

La settimana a Roma è stata ricca di esperienze significative: i momenti di preghiera animati da musiche e canti all’inizio di ogni giornata ci hanno aiutato ad individuare alcune parole-chiave e a riflettere su di esse nella preghiera di ringraziamento della sera; la proposta dell’escape city “Tracce di speranza” di Agesci ci ha permesso di visitare le bellezze della Città Eterna, luoghi significativi ma meno “turistici”, che portano con sé storia, testimonianza e speranza.

Nella mattinata di martedì l’incontro con i “futuri Santi”: nella basilica di Santa Maria sopra Minerva abbiamo assistito alla conferenza “Misericordia e speranza: kit per un Giubileo sempre in tasca” per poi venerare le spoglie del Beato Pier Giorgio Frassati; nella chiesa di San Marcello al Corso – dove è custodito il Crocifisso miracoloso, simbolo della preghiera solitaria di papa Francesco in piazza San Pietro durante la pandemia – la mostra sui Miracoli eucaristici ci ha portato fino ai piedi dell’altare dove un sacerdote ha benedetto ciascuno di noi con una reliquia del Beato Carlo Acutis; in entrambe le chiese abbiamo avuto la sensazione di immergerci nella spiritualità dei due giovani Beati e abbiamo compreso ancora di più la loro grandezza.

Sotto il sole di Roma, tra bandiere colorate, canti e cori nelle diverse lingue, ci siamo spostati in piazza San Pietro per la Messa di apertura del Giubileo: l’arcivescovo mons. Rino Fisichella ci ha ringraziato per aver accolto l’invito del Papa di metterci in cammino, con le speranze e le domande che avevamo nel cuore. “Siamo qui per trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù Cristo possiede nella nostra vita. Rispondiamo con entusiasmo: in questi giorni Roma, con tutto ciò che rappresenta, è nelle vostre mani” ha sottolineato l’Arcivescovo, dando avvio al grande evento giovanile. Al termine della celebrazione, tra lo stupore dei 120 mila giovani presenti, papa Leone è entrato a sorpresa dentro la piazza in papamobile: gli inni delle varie Gmg, gli applausi, le bandiere al vento hanno accompagnato il Pontefice fino al sagrato della Basilica dove, molto emozionato, ci ha salutato ed incoraggiato con il suo messaggio di speranza – “Siete il sale della terra e la luce del mondo. L’umanità ha bisogno di speranza. Il mondo ascolti le vostre voci e il vostro entusiasmo che è per Gesù” -, ci ha invitato a pregare e a chiedere la pace nel mondo; quindi la benedizione e l’appuntamento per il fine settimana a Tor Vergata.

Mercoledì, con le parole del Santo Padre che risuonavano ancora nella nostra mente e nel nostro cuore, nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale abbiamo partecipato alla catechesi “Gioia piena” di mons. Nicolò Anselmi – vescovo di Rimini, all’interno del percorso “12 parole per dire Speranza” durante la quale è intervenuto anche Juri Stara, segretario generale del Comitato Italiano Paralimpico: entrambi hanno evidenziato quanto Gesù e le persone che abbiamo accanto possano aiutarci a sperimentare la “gioia piena” che deriva dall’incontro, dall’accompagnamento, dalla condivisione, dal servizio.

Giovedì mattina ci siamo messi in cammino verso la Basilica Papale di San Paolo fuori le mura per vivere il passaggio della Porta Santa: “E’ stato emozionante – riferiscono alcuni giovani – camminare al seguito del crocifisso, recitando la preghiera del Santo Rosario e cantando, e vedere come la città si fermasse o si unisse alla preghiera, assistendo al nostro pellegrinaggio”. Nel tardo pomeriggio ci siamo nuovamente spostati in piazza San Pietro, insieme ai 40 mila giovani italiani per l’evento “Tu sei Pietro”: attraverso racconti, musica e gesti simbolici abbiamo ripercorso le tappe fondamentali dell’incontro dell’apostolo Pietro con Cristo. La serata si è conclusa con un momento liturgico comunitario – la Confessio fidei – presieduto dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei. “Sentitevi abbracciati questa sera da tutta la Chiesa che guarda con gioia, simpatia e fiducia la freschezza e la spontaneità della vostra vita” ha detto ai giovani facendo sentire “tutti, tutti, tutti” parte della grande famiglia universale della Chiesa: richiamo esplicito a quel “todos, todos, todos” che nel 2023 avevamo ripetuto insieme a papa Francesco alla Gmg di Lisbona e al quale è seguito un forte ed emozionato applauso. Durante la serata è stato ripreso il concetto di “pace” grazie alle parole del cardinale Zuppi e del Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pizzaballa che, attraverso un videomessaggio, ha ribadito l’importanza di diventare “operatori di pace in questo mare incredibile di sfiducia e di odio”.

Venerdì alla parrocchia di Santa Marcella, insieme ai compagni di viaggio della Diocesi di Acqui Terme e guidati da don Marco Seminara – educatore del Pontificio Seminario Romano Maggiore – abbiamo vissuto un altro punto fondamentale del Giubileo ovvero il Sacramento della Riconciliazione: “Dopo una settimana di grandi eventi, ci siamo messi silenziosamente in ascolto della Parola, abbiamo aperto il nostro cuore e affidato a Dio le nostre preoccupazioni e le nostre fragilità, incontrando il Suo volto misericordioso, sentendoci accolti e perdonati” hanno riferito alcuni giovani, particolarmente emozionati dopo la confessione.

Sabato mattina eravamo pronti per vivere l’atteso momento di fede e di festa a Tor Vergata: con gli zaini sulle spalle, salutati i volontari della parrocchia di Santa Marcella, ci siamo diretti in pullman verso la Vela di Calatrava; gli ultimi 5 chilometri li abbiamo fatti camminando, sotto il sole, unendoci al corteo formato dagli altri gruppi di giovani che come noi cantavano e sventolavano le loro bandiere per far sentire al mondo la loro voce: attraversare la spianata di Tor Vergata non è risultato neanche poi così stancante, alcuni di noi hanno ringraziato addirittura le nuvole per concederci un po’ di ombra lungo il tragitto; quando siamo arrivati nell’area 1, a qualche centinaia di metri dal palco, la cosa più naturale e semplice è stata abbracciarci con gioia, pronti per attendere l’inizio della Veglia.

Nel primo pomeriggio è iniziata l’animazione sul palco principale: la musica si è alternata alle testimonianze; nelle diverse aree i giovani hanno improvvisato giochi di gruppo e qualcuno ha recuperato un po’ di sonno. Sui social abbiamo letto che siamo arrivati al milione di presenze, ma noi lo abbiamo percepito solo attraverso i maxi-schermi che trasmettevano le immagini aeree; “Jesus Christ you are my life”, composta per la Gmg del 2000, risuonava dal palco e tra i giovani. 

Verso le 19.30 l’elicottero bianco che sorvolava la grande spianata ha attirato l’attenzione di tutti: con il naso all’insù e le braccia alzate verso il cielo, abbiamo accolto papa Leone, cantando in coro “Questa è la gioventù del Papa”; il Pontefice poi sulla papamobile ha percorso gran parte dei settori salutando i pellegrini; gli ultimi metri fino al palco li ha compiuti a piedi, con in mano la croce del Giubileo, accompagnato da una rappresentanza di giovani pellegrini da tutto il mondo.

Durante la Veglia, alcuni giovani hanno dialogato con il Santo Padre che ha parlato di speranza, fedeltà, dono di sé e per gli altri: è stato incredibile sentire “il rumore del silenzio” interrotto a tratti da applausi spontanei alle affermazioni e citazioni del Papa. A seguire l’Adorazione Eucaristica con lo stesso ostensorio proveniente da Torino, dinanzi al quale hanno pregato sia San Giovanni Bosco sia il Beato Frassati.

Con l’esortazione di papa Leone “mi raccomando, riposatevi un po’”, ognuno di noi si è preparato ad affrontare la notte, tra sacchi a pelo, materassini e tende: qualcuno è crollato dalla stanchezza, altri hanno continuato a cantare e ballare anche sotto la pioggia che ci ha colto verso le due di notte.

Le prime luci dell’alba ci hanno svegliato mentre i sacerdoti che ci hanno accompagnato si apprestavano ad avvicinarsi al palco-altare per concelebrare; poco dopo le 7.30 l’elicottero ha riportato fra noi il Santo Padre: accolto nuovamente da una gioia incontenibile, giunto sul palco ci ha salutato e ha invocato su di noi la benedizione di Dio, auspicando che “la grande celebrazione in cui Cristo ci ha lasciato la Sua presenza nell’Eucaristia sia un’occasione davvero memorabile per ognuno di noi”.

Ed effettivamente, saranno indimenticabili sia l’esperienza del Giubileo che abbiamo vissuto sia le sue parole dell’omelia, durante la quale  ci ha invitato a coltivare l’amicizia con Cristo e, sull’esempio di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati – che saranno canonizzati il prossimo 7 settembre – ad «aspirare a cose grandi, alla santità».

Dopo questo Giubileo, che abbiamo vissuto nel nome della pace, ritorniamo a casa con il cuore colmo di Grazia, con l’impegno di portare speranza e riconciliazione nei luoghi che abitiamo, in attesa della prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Seoul, in Corea, nel 2027.

L’équipe di Pastorale Giovanile e Vocazionale