Nei  giorni tra il 31 marzo e il 3 aprile ha avuto luogo a Roma la Seconda Assemblea delle Chiese in Italia.

I lavori assembleari si sono svolti in Aula Paolo VI, in Vaticano, e hanno visto presenti più di mille partecipanti tra delegati  diocesani, esperti invitati e cooperatori.  Su 226 Chiese locali ne erano rappresentate 219. Molto grati al vescovo Gianni che, impossibilitato a venire, ci ha accordato la sua fiducia per rappresentare la Diocesi di Casale Monferrato, anche noi abbiamo partecipato ai lavori presieduti dal  cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e da mons. Erio Castellucci, presidente  del  Comitato Nazionale del Cammino Sinodale. Presentissima è stata la consapevolezza del lavoro fatto negli ultimi quattro anni, sovente ripreso durante i vari passaggi.  Gli elementi fondamentali, basati sulle dinamiche dell’Ascolto Narrativo, del Discernimento e della Profezia, sviluppatesi attraverso la Conversazione nello Spirito, hanno generato una profonda attenzione sulle sfide rivolte alla Chiesa italiana le quali sono state raccolte in tre grandi sezioni tematiche: Il Rinnovamento Sinodale e Missionario della mentalità e delle prassi ecclesiali; La formazione Missionaria e Sinodale dei battezzati; La corresponsabilità nella missione e nella guida della comunità. Tutta l’assemblea ha riconosciuto nelle introduzioni delle tre sezioni una grande sintonia con il lavoro vissuto fin ora nelle varie Diocesi, anche perché esse riconoscevano la possibilità di essere una Chiesa viva grazie al primato dello Spirito, lo stile gioioso, la consapevolezza e il realismo dato dalla fede e che si esprime con franchezza e fraternità, senza avere paura dei conflitti (la famosa parresia). Ai membri dell’Assemblea, invitati ad assumere il carisma profetico di tutto il Popolo di Dio è stato ricordato  che, nel segno della corresponsabilità battesimale,  sono chiamati ad essere “ponti  per  il discernimento dei Vescovi”.  Proprio in virtù di questa piena presa di coscienza, il primo dialogo avuto a livello assembleare ha immediatamente sottolineato le criticità e le fragilità del testo preso in esame. Costituito da 50 “proposizioni” (scelte possibili) esso era il risultato della raccolta di  tutti ci contributi diocesani avvenuta con scadenza al 3 marzo ed elaborata in pochissimo tempo con un intervento estremamente riduttivo da parte della Consiglio Permanente della Cei. Frutto di questo processo quindi, caratterizzato dall’ansia di rispettare un cronoprogramma prefissato e da non poche pressioni per arrivare a “chiudere” con un prodotto definito,  è stato un testo giudicato dalla stragrande maggioranza dei presenti estremamente immaturo, non relazionato con il Documento Finale del Sinodo dei Vescovi di novembre 2024, inadeguato e arido attraverso una viva e appassionata critica che è stata riconosciuta dal Comitato viva, generativa, spirituale e che conduceva alla comunione. Da parte nostra anche come delegazione Casalese abbiamo voluto portare un  contributo con il seguente intervento: “Buongiorno, il nostro non vuole essere propriamente un giudizio sulle proposizioni, quanto un’esortazione rivolta ai colleghi delegati e a tutti i membri di questa assemblea che dovranno proporre gli emendamenti nei lavori di gruppo: Vi invitiamo a investire tutte le nostre energie su quelle proposizioni che riteniamo davvero capaci, con i giusti emendamenti, di innescare di processi di conversione personale e comunitaria. Crediamo di essere chiamati a fare questo con la serena fortezza di saper rinunciare a ciò che strutturalmente impedisce l’attivarsi  di questi processi e che ancora oggi fatichiamo ad abbandonare perché ci da sicurezza. Nessuna iniziativa, per quanto sapiente e illuminata, sarà vissuta sul serio se sarà solo una ‘cosa in più da fare’ rispetto a pratiche e strutture che continuiamo a stigmatizzare perché non generative per il Regno di Dio, ma che ugualmente rifiutiamo di mettere in discussione. Accettiamo la fatica e affrontiamo la paura di fare questo cammino passando per spazi vuoti, periodi di silenzio e assenza di altre certezze che non siano il Signore Gesù  Cristo. Non lasciamoci irretire dalla nostra ansia di efficienza. Crediamo invece all’efficacia del Vangelo. Questa è la Speranza della quale siamo chiamati ad essere pellegrini. Grazie.”

 Tutti ci siamo accorti che la Profezia matura negli eventi e nelle esperienze che mantengono uno stile sinodale. Questa si è rivelata, se possibile, l’ennesima conferma che in un processo sinodale non è possibile fare programmi a lungo termine, ma è invece necessario “tenere il ritmo” di un costante processo alimentato dai cardini della Comunione, della Partecipazione e della Missione. Quindi, anche alla luce di lavori di gruppo che hanno predisposto emendamenti, cancellazioni e complete riscritture, è sta proposta dal cardinal Zuppi una mozione per rimandare il processo di elaborazione al Comitato nazionale del Cammino Sinodale e ai suoi collaboratori. Il testo verrà quindi riscritto per essere votato dall’Assemblea il 25 ottobre, in occasione del Giubileo dei Delegati Sinodali. Questo ha comportato la sospensione dell’appuntamento della Cei previsto per maggio e la decisione di riservare a  quello di novembre il discernimento sul lavoro dell’Assemblea da parte dei suoi pastori. La mozione è stata votata a chiusura dell’Assemblea da 854 presenti con 835 favorevoli, 12 contrari e 7 astenuti. 

L’intera esperienza di questi giorni di intenso lavoro è stata contraddistinta da un costante esercizio di preghiera e da un clima orante vissuto con fraternità  e solennità. Il canto ha accompagnato anche i più brevi momenti di raccoglimento e la lode è stata cifra stilistica delle riflessioni. Abbiamo davvero sperimentato la possibilità dell’armonia delle differenze nella gioiosa accoglienza di posizioni opposte. Ci sentiamo quindi più che mai inviati nel mondo per condividere sempre più la gioia di questo cammino scevro da ideologie a da paure per fare sempre più nostra la gioia del vangelo. D’altronde: “Ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti”  (1 Cor 1, 25.27a).

Elena Sassone 

Samuele Valentino

Don Samuele Battistella