Cattedrale gremita di fedeli, martedì sera, 12 novembre, per il solenne pontificale per la festa di Sant’Evasio, Patrono della città di Casale e della Diocesi. Proprio sulla Diocesi, sull’essere Chiesa oggi nelle nostre parrocchie si è interrogato il vescovo mons. Gianni Sacchi aprendo la celebrazione eucaristica. Il Vescovo ha auspicato “una Chiesa dalla porta sempre aperta, capace di parlare i linguaggi dei ragazzi, di cogliere anche negli altri ambienti (dello sport e delle nuove tecnologie) le possibilità di annunciare il Vangelo; audace nell’esplorare. Una Chiesa vicina ai ragazzi soli, che non hanno un modello di famiglia. Una Chiesa fatta di parroci vicini alla gente, disposti a rispondere e a correre in qualsiasi momento ci sia la necessità”. Si è chiesto mons. Sacchi: “Che Chiesa vuole essere la nostra di Casale? Sant’Evasio protegga la nostra Diocesi e sia per tutti modello di fedeltà a Cristo Signore”.
Il pontificale è stato presieduto dall’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, vescovo emerito di Tortona e ora segretario del Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti. Un alto prelato della Curia vaticana, invitato dal Vescovo per la chiusura dell’anno giubilare apertosi proprio on la festa di Sant’Evasio del 2023 per celebrare i 550 anni di erezione della Diocesi di Casale, avvenuta il 18 aprile 1474 per volontà di papa Sisto IV.
L’accoglienza nel nartece
Monsignor Viola è stato accolto sulla porta del nartece della Cattedrale da mons. Sacchi, dall’arcivescovo di Vercelli e metropolita Marco Arnolfo, dal vescovo di Chiavari mons. Giampio Devasini e dal vescovo emerito di Biella mons. Gabriele Mana (era già in presbiterio il vescovo emerito di Mondovì, mons. Luciano Pacomio). Con loro il capitolo dei canonici della Cattedrale, il sindaco di Casale, Emanuele Capra, e i sindaci delle Unità pastorali San Candido e Beato Pier Giorgio Frassati, nelle quali mons. Sacchi si recherà in visita pastorale il prossimo anno. Tutti poi hanno raggiunto la cappella di Sant’Evasio, dove già si trovavano un folto gruppo di sacerdoti della Diocesi e l’Arciconfraternita di Sant’Evasio. Il sindaco di Casale ha letto, come è tradizione, l’atto di affidamento della città e della Diocesi al Patrono, invocando la sua intercessione. I sindaci delle Unità pastorali hanno poi deposto lampade votive colme di olio, accese dal Vescovo, sull’altare sotto l’urna con le reliquie. Poi i celebranti hanno raggiunto la sacrestia.
La celebrazione solenne
Vescovi e canonici, prima di avviarsi processionalmente all’altare con sacerdoti, diaconi e seminaristi, si sono recati nuovamente nella cappella di Sant’Evasio, dove monsignor Viola ha solennemente benedetto i “galletti” fatti preparare dall’Arciconfraternita. Poi è cominciata la celebrazione, animata dal coro dell’Up di Casale con alla tromba Roberto Foglia e all’organo Matteo Camagna con la direzione di Anna Maria Figazzolo.
In chiesa c’era una folta rappresentanza delle istituzioni civili e militari: molto numerosi i sindaci. Davanti alla balaustra dell’altare si sono alternati i carabinieri in alta uniforme. La città di Casale era rappresentata anche dal gonfalone. Oltre all’Arciconfraternita, c’era una rappresentanza provinciale dei Cavalieri del Santo Sepolcro. In presbiterio, inoltre c’era padre Marius, parroco della Chiesa romena ortodossa.
L’omelia dell’arcivescovo Viola
L’arcivescovo mons. Viola all’inizio del rito penitenziale ha ricordato che “c’è un momento, la celebrazione eucaristica, nel quale possiamo sentire la presenza dei nostri Santi, oggi in particolare di Sant’Evasio”. E all’omelia, l’arcivescovo, prendendo spunto dal Vangelo (il brano di Giovanni nel quale Gesù dice ai discepoli che “come hanno perseguitato me perseguiteranno voi”) ha proposto una riflessione sull’ultima parte della vita terrena del Signore, sul suo sacrificio in croce, sul suo amore estremo per noi, sul suo invito a vivere nella persecuzione ciò che lui ha vissuto sulla croce: l’amore. Sant’Evasio, ha sottolineato l’arcivescovo, con il suo martirio ha vissuto esattamente la stessa misura di amore per il mondo che Gesù ha rivelato dalla croce: “La vita cristiana è amore”. L’arcivescovo ha sottolineato lo stare insieme come città, e anche come piccole comunità, cementato da un insieme di relazioni “riempite da una potenza nuova che viene da Gesù: quell’amore che sa trasformare tutte le cose, anche il martirio in una festa di pasqua. Anche di fronte alla persecuzione possiamo vivere l’amore che salva per intercessione del nostro Patrono”.
Al termine della celebrazione eucaristica, mons. Sacchi ha donato a mons. Viola una reliquia di Sant’Evasio e prima del ritorno in sacrestia c’è stata un’ultima fermata nella cappella del Patrono, dove sono stati distribuiti i “galletti” ai sindaci e agli altri rappresentanti delle istituzioni.